I Ghirardi giorno dopo giorno / The Ghirardi day after day

La Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF dei Ghirardi occupa seicento ettari di prati, boschi e torrenti
nell'alta Val Taro, sull'Appennino parmense.
È la casa di innumerevoli specie di animali, piante e funghi; ospita habitat rarissimi e un paesaggio incantevole.
E muta continuamente col passare delle stagioni.

Gli eventi della Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF dei Ghirardi

Nel calendario qui sotto trovate tutti gli eventi in programma nel territorio della Riserva aperti al pubblico, sia quelli organizzati dal WWF Parma o dai parchi del Ducato, sia quelli organizzati da terzi che ci sono stati comunicati.

Potete cliccare su ogni evento per leggerne il programma. La maggior parte degli eventi sono su prenotazione, in caso di annullamento per maltempo o altre cause, i partecipanti verranno prontamente avvisati. Per gli eventi a libera partecipazione, si consiglia di controllare questa pagina prima dello svolgimento, per eventuali comunicazioni dell'ultimo minuto.





venerdì 18 dicembre 2009

Prossima escursione / Next walk



SABATO 26 DICEMBRE ore 9.30 -13.30
Ritrovo: Ronco Desiderio (Compiano)
Sulla neve!
Consigliati: pedule da trekking, binocolo.

Le escursioni sono gratuite ed aperte a tutti; al termine delle stesse sarà possibile associarsi al WWF Italia
Informazioni: oasighirardi@wwf.it

SATURDAY DECEMBER, 26th 9:30 AM - 1:30 PM
Meeting:Ronco Desiderio (Compiano)
On snow!
Suggestions: walking boots, binoculars.
Walks are free of charge and open to anyone; at the end of each walk it will be possible to subscribe to the WWF Italy.
Informations: oasighirardi@wwf.it

martedì 17 novembre 2009

Prossima escursione / Next walk


DOMENICA 22 NOVEMBRE ore 9.30 -13.30
Ritrovo: Porcigatone - Borgotaro
Sulle tracce degli animali
Consigliati: pedule da trekking, binocolo

Informazioni:
Cell: 3497736093
e-mail: oasighirardi@wwf.it

SUNDAY NOVEMBER, 22nd 9:30 AM - 1:30 PM
Meeting: Porcigatone - Borgotaro
On the trail of wildlife
Suggestions: walking boots, binoculars

sabato 26 settembre 2009

La fine dell'estate / Summer end



Fusto secchi di carota Dead stems of carrots

Questa mattina il vento soffiava da nord est a tratti, acquietandosi abbastanza perchè il sole bruciasse la pelle, per poi riprendere improvviso, spingendo nuovoloni bianchi e grigi a fare ombra sull'Oasi, ed accapponare la pelle. Niente si muoveva nei prati striati dal marrone dei fusti secchi di carote, nulla svolazzava tra le querce dalle foglie verdi bruciate dalla siccità di agosto.
Solo sparuti ed esili colchici portavano un tocco delicato di colore tra le foglie marroni che comincano, lentamente, impercettibilmente ad accumularsi al suolo.



Una mantide religiosa A praying mantis


This morning the wind blew at times from northeast , slowing down to stillnes every now and then, enough to let the the sun to burn the skin, then returning suddenly to push large white and gray clouds to shade the Reserve, and to chill my back.
Nothing moved in the meadows striped by the brown of dried carrot stems, nothing was fluttering between the green oak leaves burned by the August drought.
Only puny and spindly colchicums brought a delicate touch of color among the dead leaves which are beginning, slowly, imperceptibly to accumulate on the ground.

giovedì 23 luglio 2009

L'Oasi dei Ghirardi è Riserva Naturale Regionale



Ieri, mercoledì 22 Luglio 2009, l'Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato il primo Programma triennale per il sistema delle aree protette e dei siti della rete natura 2000, comprendente la creazione della nuova Riserva Naturale Regionale dei Ghirardi.
È il coronamento di anni di lavoro del WWF di Parma per garantire un grado di tutela e possibilità di sviluppo sociale maggiori a questi territori. La Riserva è estesa su circa 450 ha, di proprietà private che hanno aderito al progetto proposto dal WWF, accolto dalla Provincia di Parma che se ne è fatta promotrice e finalmente diventato realtà ieri con la approvazione della regione Emilia Romagna.

martedì 23 giugno 2009

Nuvole di passaggio / Passing clouds


Nuvole sopra il M. Pelpi / Clouds over M. Pelpi


Oggi pomeriggio il cielo era solcato da grandi nubi violacee in movimento da est verso ovest. Verso il mezzodì si accalcavano sopra il crinale, in formazioni torreggianti, poi hanno sfondato e si sono riversate sulla valle, veloci, allargandosi e scontrandosi, spinte dal vento ad ammucchiarsi verso il M. Pelpi, dove poi hanno scaricato il loro carico di pioggia.
Con Lorenzo e Giovanni abbiamo iniziato un nuovo tratto del Percorso Natura, costruendo cinque gradoni in pali di castagno, per scendere verso il faggio piantato anni fa. Per tutto il pomeriggio hanno cantato i luì bianchi, due torcicolli e a tratti il cuculo e il rigogolo. Nel prato sotto il pozzo sono in fiore centinaia di Ornithogalum narbonense.

This afternoon the sky was crossed by large violaceus clouds moving from east towards the west. Around midday they crowded over the ridge in towering formations, then they broke and spilled over the valley, quick, enlarging and clashing, pushed by the wind to pile over the M. Pelpi, where then discharged their load of rain.
With Giovanni and Lorenzo we have started a new section of the Nature Trail, five steps built with chestnut poles, which decline towards the beech planted years ago.For all the afternoon long sang the Bonelli's warblers, two wrynecks and every now and then the cuckoo and the oriole. In the meadow below the well were in bloom hundreds of Pyramidal Star-of-Bethlehem.

venerdì 19 giugno 2009

Due poiane / Two buzzards

Sono arrivato al Centro Visite alle 15.30 di un pomeriggio caldo senza un alito di vento, per ritrovare l'Oasi dopo le vacanze. . Ho fatto un giro lungo il percorso natura con Lorenzo, per vedere vari lavori da fare per perfezionarlo, mentre cantavano i luì bianchi nella pineta e la sterpazzolina vicino alla barchessa. Lungo il sentiero è fiorita una Gymnaedenia conopsea dalla lunga infiorescenza rosea. Ho sbinocolato a lungo, ma nei prati lontani, anche con l'avvicinarsi della sera, non è uscito nulla. A pomeriggio avanzato ha iniziato a cantare il tordo bottaccio, ed un codirosso maschio incrociava in lungo e in largo con sempre nuove imbeccate.
Alle 20.30, quando il sole era ormai basso sull'orizzonte, me ne sono andato, e nel prato appena tagliato volto a est presso il bivio del taglio c'erano due poiane posate a terra, che mi hanno osservato senza timore, finché non sono ripartito.

I arrived at the Visitors' Centre at 3:30PM, in a hot afternoon without a breath of wind. I did a tour along the nature trail with Lorenzo, to point out various works to be done to improve it; meanwhile it were singing some Bonelli's warbler in the small pinewood and a subalpine warbler not far from the barn. Along the trail the long inflorescence of a fragrant orchid has flowered. I looked though the binoculars for long, but nothing come out from the woods, even with the approach of evening. As the afternoon advanced a song trush started to sing, and a male redstart fled across the garden with meal to feed to his nestlings.
At 20.30, when the sun was now low on the horizon, I left; in the meadown facing east form the junction of Taglio, there were two buzzards on the ground. They observed me without fear, and stayed even after I went away.

sabato 9 maggio 2009

Un giorno tra amici / A beautiful day among friends


Orchis purpurea Lady orchid

Il sole splendeva quando sono arrivato a Pradelle alle 9. Ero in attesa di un gruppo di amici fotografi, e con sorpresa ho trovato uno di loro già ad attendermi. Ci siamo incamminati lungo la strada per il Bosco Bruciato, sotto le querce dai rami coperti di foglie mezze aperte e di amenti grondanti di polline.
Tra i rami i due maschi di rirgogolo si inseguono, frecce colorate su traiettorie contorte. Un luì bianco canta tra i rami dei pini, sull'altro lato della strada a cantare, tra i rami di un orniello è un luì piccolo. I rami dei pini sono carichi di nidi di processionaria su rami ormai quasi spogli di aghi, ma di bruchi non ne vedo nemmeno uno.
Lontano canta un cuculo.
Dopo il bivio del Bosco Bruciato ci sono molte orchidee, soprattutto Orchis purpurea, decine di scapi tra l'erbetta di un ginepreto. C'è anche una Ophrys bertoloni, e alcune Platanthera bifolia con solo qualche fiore basale fiorito. nel boschetto di castagni ci sono anche alcune Cephalanthera longifolia in boccio.
Andiamo oltre, lasciamo il confine dell'Oasi e saliamo tra i campi. Due tortore selvatiche volano dal sentiero. Cantano un paio di tottaville ed una allodola alte nel cielo, mentre da una siepe di prugnoli e rovi ingarbugliati arriva un chiacchiericcio aspro, simile ma non proprio a quello di una sterpazzolina. Inquadro il punto con il binocolo, disilluso in partenza di riuscire a vedere una silvia certamente schiva e beffarda, ma invece c'è un uccellino chiaro e paffuto, dal visibilissimo sopracciglio bianco: un forapaglie. Non ho mai visto questo uccellino dei canneti, certamente in sosta nella sua migrazione. Lo seguo per qualche minuto, indaffarato a saltare dentro e fuori dall'intrico di rami, finchè una telefonata dagli amici in arrivo ci riporta sui nostri passi, verso il Centro Visite.
La giornata è poi scivolata via tranquilla e piacevole, tra scambi di attrezzatura, sorvoli di gruccioni, fotografia alle orchidee, pranzo a Porcigatone e passeggiata finale a Case Ghirardi tra i maggiociondoli in fiore.


Maggiociondolo Laburnum anagyroides Common laburnum


Pentaxiani.it meeting

The sun was shining when I arrived at Pradelle at 9:00 AM. I was waiting for a group of friends, photographers, to arrive at 10:00, but to my surprise I found one of them already there. We took a walk along the road to Bosco Bruciato, under the oak branches covered with half-open leaves and pollen dripping catkins.
Among the branches two oriole males are chasing each other, back and yellow arrows on twisted paths. A Bonelli's warbler sings in the branches of the black pines, while on the other side of the road is a chiff-chaff to sing on a manna-ash tree. The branches of the pines are loaded with nests of processionary and almost bare of needles, but I don't see any caterpillars.
A cuckoo sings away.
After the junction of Bosco Bruciato there are many orchids, especially Lady Orchids, dozens in a small patch of grass btween the road and junipers bushes. There is also a Bertoloni's Bee Orchid and some Lesser Butterfly-orchid with only a few basal flower in bloom. In the chestnut grove there are also some Sword-leaved Helleborine just opening up.
Continuing the walk, we leave the border of the Reserve and go up through the fields. Two turtle doves fly away from the path. Two woodlark and a skylark sing high in the sky, while from a hedge of blackthorn and tangled brambles we hear a harsh chatter, similar but not quite the one of a subalpine warbler. I aimed the binoculars, disillusioned to be able to see a warbler certainly mocking and hiding, but instead there is a bright and plump bird, with a prominent white eyebrow, a sedge warbler. I've never seen this reedbed bird before, surely on a stop from its migration. I follow him for a few minutes, busily jumping in and out from the tangled bushes, until a phone call from the incoming friends bring us back on our steps, toward the visitor center.
The day is then slipped away quietly and pleasantly, including exchanges of equipment, overflights of bee-eaters, shooting photos to the orchids, lunch at Porcigatone and a final walk to Case Ghirardi under Common Laburnums in bloom.

venerdì 1 maggio 2009

Pomeriggio di sole / Sunny afternoon


Anemone trifolia

Sono stato a Pradelle per qualche ora questo pomeriggio, con la Lia e alcuni amici. Era caldo e assolato, e la migrazione era in corso, ogni tanto uno o due gruccioni passavano sul bosco graculando.
Abbiamo fatto un breve giro nel castagneto alle spalle del parcheggio, fermandoci a guardare una merla sul nido, a seguire le grosse orme di un daino nel fango del sentiero, attraverso un sottobosco bianco di anemone trifogliata e sotto le foglie nuove, bronzee e accartocciate dei pioppi tremoli. Tornando indietro, dal bivio verso Pradelle, abbiamo levato una tortora selvatica dal margine del campo arato.

I was at Pradelle for a few hours this afternoon, with my daughter Lia and some friends. It was warm and sunny, and the migration was in progress, sometimes one or two bee-eaters passed gurgling above the forest.
We did a short tour in the chestnut wood behind the parking lot, stopping by a backbird nest, following the big tracks of a fallow deer in the mud of the path, crossing through an undergrowth of
Anemone trifolia and under the new bronze and curling leaves of aspens. Returning back from the crossroads towards Pradelle, we startled a turtle dove from the edge of the plowed field.

giovedì 30 aprile 2009

Un giorno di pioggia, sole e rapaci / A day of rain, sun and raptors


Orchis morio e Anthillis vulneraria Green-winged Orchid and Kidney vetch

Sono entrato nell'Oasi da Porcigatone verso le 11.30, dopo ore di pioggia sferzante e di temperatura gelide, quando le nubi si sono squarciate, iniziando da ovest, ed il sole si è riversato sulla valle bianco e bruciante.
Brillanti e madide di pioggia, nel prato davanti alla chiesa di peoicigatone splendevano decine e decine di Orchis morio, intrecciate ai fiori della vulneraria. Gialli e rosa, poco più avanti, sotto i castagni, erano pochi scapi di Dactylorhiza sambucina. All'ingresso dell'Oasi, dopo Case Paganini, il sottobosco, luminoso sotto i pochi alberi rimasti dopo il taglio dello scorso anno, è intessuto di bianchi Anemone trifolia e sporadiche superstiti fegatelle.
Mi sono seduto sulla balconata di roccia affacciata sul canal Guasto. Di fronte, il M. Pelpi emergeva dalle nubi spazzate via da un vento lontano e non percepiblie a terra, verde in alto del colore delle nuove tenere foglie dei faggi, marrone in basso dei rami ancora spogli dei castagni. Lo stesso verde tenero era sotto di me, sotto lo strapiombo ai miei piedi, il verde delle foglie di un faggio, quasi alieno a quote così basse, che emergeva tra i carpini neri appena ornati di gemme.
Il ritorno del sole dopo la pioggia inodnava il bosco di canti di uccelli. Codirossi, cuculi, fringuelli, capinere, rampichini,cinciallegre. Improvviso, il roco gracidio di due gruccioni ha portato un brivido d'estate, subito passato con il loro allontanarsi.
Mi sono fermato al margine del primo prato. Una tottavilla cantava imvisibile, ma ad attirare il mio sguardo sono stati tre piccoli uccelli sul ramo nudo di una quercia. Li ho inquadrati nel cannocchiale. I piccoli petti color camoscio striati di nero brillavano al sole. Tre prispoloni, pronti ad occupare li loro territorio qui nell'Oasi, così fuori posto, così troppo in basso quanto il solitario faggio del Canal Guasto.
Nelle nubi squarciate ho visto volare quattro rapaci. Erano i primi pecchiaioli dell'anno, non ancora quelli che si fermeranno a a nidificare qui, bensì individui nella loro migrazione verso nord. Il loro passaggio ha suscitato la curiosità di una poiana, che ha lasciato un albero sul remolà per seguirli, stando più bassa di qualche centianaio di metri. Dopo un po', esaurita la curiosità, è tornata indietro.
Le pietre bagnate dei tetti di Case Ghirardi mandavano barbigli di luce riflessa. Intorno alle case, i prati erano colorati dai primi fior di cuculi, dal blu della prima salvia, da migliaia di ranuncoli gialli e centinaia di bianchi fiori di latte di gallina. C'era un indaffarato movimento di uccelli, gli stessi del bosco vicino al burrone, ed in più cincebigie, picchi muratori, torcicolli, zigoli neri, cardellini, luì piccoli, cardellini, merli, storni e cornacchie.
Strane nubi lenticolari si avvolgevano a spirale nel cielo, come dischi volanti pronti ad invadere la valle. Indifferente alla immaginata invasione, un gheppio ha attraversato il cielo, da est verso ovest, disegnando ghirigori fino a scomparire dietro ad una delle grandi querce.
Sono sceso lungo il sentiero marcato di rosso, fino alla panchina. Mi sono seduto per terra, le gambe verso il calanco, e ho puntato il cannocchiale verso il Pelpi. Nel tondo di cielo c'erano 6 pecchiaioli in migrazione ed un altro rapace più grande, immobile nel vento.
Biaco, con la gola scura e una M chiara nelle grandi ali marroni, un biancone guardava da centinaia di metri d'altezza i prati a monte di Strela. L'ho seguito a lungo, anche quando è sparito dietro la costa di Ca' Cigolara, apparentemente diretto al bosco ai piedi del monte ho aspettato e l'ho visto tornare. È stato più o meno nello stesso posto per oltre mezz'ora. Me ne sono andato io prima di lui.
Scendendo verso il Remolà, sopra la riva coperta di ginestre, doveva esserci una bolla di moscerini, perchè alcune rondini, un balestruccio ed un paio di rondoni sfrecciavano avanti e indietro in pochi metri cubi d'aria, entro invisibili confini che avevano cura di non valicare.
Il Remolà era gonfio d'acqua, e non mi sono bastati due salti per attraversarlo. Sulle rive i piccoli boccioli gialli rivolti all'ingiù della consolida erano prossimi ad aprirsi.
Con buona lena mi sono inerpicato sulla costa di Ca' Segalè, punteggiata di decine e decine di scapi di Orchis purpurea, ancora tutti chiusi. Intorno alle case cantavano un versone, un codirosso, uno storno e, altissima sul prato, una tottavilla.
Alla sbarra (erano le 16) mi ha salutato il canto di un luì bianco.


I prati dei Ghirardi guardando verso Ca' Segalè e la Val Gotra Ghirardi meadows looking to Ca' Segalè and Gotra Valley

Text in English as soon as possible...

mercoledì 22 aprile 2009

Pomeriggio di sole / Sunny afternoon


San Giovanni

Sono sceso nella pineta verso le 16. Il cielo era di un blu dimenticato, dopo le giornate gonfie di pioggia dei giorni scorsi. Il sole brillava alto nel cielo e disegnava ombre piumate passando tra i pini neri. Camminavo goffo come solo un bipede vestito può essere, scivolando nel fango della pista dei cinghiali, inciampando nei pini crollati quest'inverno, impigliandomi nei rami spinosi del biancospino. MI sono infrattato sotto la chioma di un pino nero caduto, e sono restato ad ascoltare. Un rampichino cantava non lontano, e così anche un pettirosso. Invisibile, un picchio rosso maggiore richiamava vicino. Anche i due astori si parlavano a distanza.
Ho sibilitato un pishing sommesso, poi sempre più sonoro. Sono accorsi due fiorrancini, una cinciamora, un pettirosso ed un picchio muratore. Quando ho smesso, sono restati per un poco, perplessi e delusi, poi si sono dileguati.
Nell'erba secca, attaversata da mille rivoli d'acqua, stanno spuntando le foglie della Listera ovata, e furtive si muovono a scatti le lucertole muraiole.
Il vento, che fino a quel momento soffiava sostenuto, facendo dondolare lentamente i pini, in un ipnotico movimento da mal di mare, improvvisamente si è acquietato; il sole istantaneamente ha iniziato a bruciare la pelle, e l'aria tra i pini si è riempita di balsamico profumo. Fringuelli, luì piccoli, luì bianchi, tordele, cinciabigie, capinere, cinciarelle e cuculi hanno iniziato a cantare.
Alle 18 ho attraversato il prato e sono tornato sul crinale; di là, nelle Prebende, 10 daini riposavano sdraiati al sole.


Foglie di roverella Quercus pubescens Downy Oak leaves


I descended into the pine forest around 16. The sky was of a forgotten blue, after days swollen of rain. The sun shone high in the sky, drawing feathered shadows among the black pines. Walking awkwardly as only a dressed biped may be, slipping in the mud of wild boars tracks, stumbling on pines fallen this winter, entangled in the thorny branches of the hawthorn. I hide under the canopy of a fallen black pine, listening out. A short-toed treecreeper sang not far, as well as a robin. Invisible, a great spotted woodpecker called from close. Even the two goshhawks were talking to each other from a distance.
I hissed a pishing, first quietly then more and more aloud. Two firecrests came instantly, then a coal tit, a robin and a nuthatch. When I stopped, they remained for a little, puzzled and disappointed, then they ran away.
In the dry grass, crossed by a thousand rivulets of water, the leaves of theEuropean common twayblade are coming out the ground, and furtively move the wall lizards.
The wind, which until then was blowing steadily, making the pines to rock slowly, in a hypnotic motion of seasickness, it was suddenly quiet, and the sun instantly began to burn the skin and the air among the pines was filled with balsamic scent. Chaffinches, chiff-chaffs, Bonelli's warblers, mistle trushes, marsh tits, blackcaps, blue tits and cuckoos began to sing.
At 6 PM, I crossed the lawn and I went back on the ridge; at the bottom of the Prebende meadow, 10 fallow deers were resting in the sun.

domenica 19 aprile 2009

La Giornata delle Oasi WWF / National Day of WWF Reserves


L'escursione guidata / The guided walk

Un giorno di acqua ed erba bagnata. La mattina è iniziata con nebbia fitta, nebbia di nuvole sdraiate al suolo, che si sono sciolte in una pioggia insistente come abbiamo iniziato la prima visita guidata. Non ci siamo allontanati dalla strada del Bosco Bruciato, andando fino al bivio e poi tornando indietro fino alla pineta. Sotto l'acqua il grande Luigi Ghillani ha illustrato al nostro piccolo gruppo di una decina di partecipanti le proprietà di tante piante, alcune fiorite, la maggior parte celate nel prato e nelle siepi, solo foglie tra altre foglie. In fiore c'erano la viola di Reichenbach e la viola riviniana e, sotto le querce, un tappeto di bianchi anemoni trifogliati.
Col passare del tempo la pioggia è scemata, ma anche la temperatura è scesa. Presso il parcheggio, una salamandra attraversava torpida la strada, illusa nella sua colorazione aposematica che nessuna auto la schiacciasse. L'ho messa a lato dell'asfalto. Quattro ore dopo era ancora lì, intirizzita e immobile.
Verso la pineta l'upupa e il picchio rosso minore, come ieri, proclamavano i propri territori.
La giornata è proseguita tranquilla, raccolti nel Centro Visite scaldato dal fuoco nel camino, una cinquantina di persone, adulti e bambini, a guardare immagini di giorni sereni e assolati, di uccelli mammiferi fiori insetti anfibi rettili alberi cespugli paesaggi, a costruire insetti di cartone e carta di uova di Pasqua, a raccontarci progetti sogni speranze per questo luogo magico e nascosto.
Fuori, sul pero in fiore, due cardellini si affaccendavano intorno al nido, mentre tre colombacci scollinavano sopra la pineta nella loro migrazione verso nord.


La salamandra Salamandra salamandra Fire salamander


Giocando nel Centro Visite / Playing in the Visitor Centre

English text coming sooner or later. Sorry for the delay ;-)

sabato 18 aprile 2009

Up-up-up / Hoop-hoop-hoop


Boccioli di melo domestico Malus domestica Apple blossoms

Sono arrivato a Pradelle alle 10.30, per sistemare le ultime cose prima della Giornata delle Oasi, domani. Nonostante gli 8°C, non faceva freddo, grazie anche al sole che di quando in quando faceva capolino tra le nubi per scottare la pelle.
Mi ha accolto il canto dell'upupa, up-up-up, up-up-up, dal margine del querceto. Un canto simile a quello del cuculo, ma totalmente diverso come voce, sommessa e piatta quella dell'upupa, sonora, echeggiante quella del cuculo. E di cuculi, in canto ce n'erano due uno verso sud, nella pineta, uno a nord, oltre il parcheggio.
Negli alberi, nelle siepi, nei boschetti fioriti del bianco di peri e ciliegi e del rosa dei boccioli dei meli, intorno al Centro Visite, cantavano in tanti: fringuello, luì piccolo, luì bianco, zigolo nero, verdone, rampichino, torcicollo, picchio verde, tottavilla. Da lontano al grido di una poiana rispondeva il gracchiare di una cornacchia.
Un sordo tambureggiare da oltre la pineta ha colpito il mio orecchio. Un secondo, uguale, rispondeva da vicino al parcheggio. Sono salito alla pineta, fermandomi alla rete di recinzione. Il richiamo giungeva da una quercia al margine del campo del Bosco Bruciato. Ho scrutato a lungo i rami, senza riuscire a vedere l'autore. Ma un sonoro, esplosivo ki-ki-ki-ki-ki mi ha confermato la specie, un picchio rosso minore. Ho fatto un altro passo, per cercare di riuscirlo, e da dietro un piccolo dosso è volata via una upupa. Si è posata su un ramo poco lontano e si è messa a guardarmi. Era pallida, molto diversa da come appare nelle foto. Il piumaggio arancione era opaco, come incipriato, mentre le ali, più che bianche e nere, sembravano antracite e gialle. L'uccello non sembrava intimorito, la cresta sempre abbassata, il lungo becco che ogni tanto si spingeva a rassettare un ala. Poi da dietro è arrivato il canto di un maschio e questa, la femmina, è volata via, su un albero più indietro nel bosco.
Stavo per tornare sui miei passi, quando uno sfarfallio sopra di me mi ha fermato. Ho alzato il binocolo, e inquadrato, sulla cima spoglia di un cerro, un giallo maschio di rigogolo. È rimasto un po' li, e poi se ne è andato.
Alle 12 mi ha telefonato Sandro, per dirmi che aveva appena osservato un'aquila reale nell'Ingegna, al margine orientale dell'Oasi, che si era allontanata verso il Pelpi. Ho guardato in quella direzione col binocolo per un po', ma non l'ho vista, solo qualche cornacchia in volo sulla valle.
Ma dopo un'ora e mezza, quasi, alle 13.20, l'ho vista, scura ed enorme, passare alta davanti a Strela, diretta verso valle. L'ho seguita per qualche secondo, poi, passando dietro una quercia vicina, è svanita, come un nero fantasma.

English text coming sooner or later. Sorry for the delay

giovedì 16 aprile 2009

Lavorando sotto la pioggia / Working in the rain


Ciliegio Prunus avium Cerry tree

Sono stato al Centro Visite a sistemare il cannicciato dell'osservatorio nel bosco dalle 10.30 alle 13. Il cielo era di piombo, livido verso il Pelpi, e cadeva una pioggerella fine fastidiosa per noi, ma che deve essere una gioia per l'erba, verde e lucente e ogni giorno più alta. I boschi intorno a Pradelle, di castagni e cerri spogli, sono percorsi da un onda bianca di fioritura di ciliegi selvatici, una nebbia candida che aleggia tra gli scheletri grigi.
Per tutto il tempo ha cantato un cuculo dalla pineta; solo quando verso mezzogiorno ha taciuto (per andare a pranzo? Le processionarie non mancano) dal bosco si è fatto strada alle nostre orecchie il canto sommesso di una upupa.

I've been at the visitor center to repair the hide into the wood from 10.30 AM to 1.00 PM. The sky was of lead, livid toward the Mt. Pelpi; itwas falling a drizzle to annoy us, but should have been a joy for the grass, green and shiny and higher as days pass. The woods around Pradelle, of bare chestnut and Turkey oaks, are crossed by a
wave of white flowering wild cherry trees, a snowy mist that overs between the gray skeletons.
A cuckoo sang all the time from the small pine plantation, and only when around noon was silent (to go to lunch? The processionary are aboundant) from the forest the quiet song of a hoopoe rise.

mercoledì 15 aprile 2009

Aquile e orchidee / Eagles and orchids


Fiori di perastro Pyrus pyraster Wild pear flowers

Sono sceso in pineta alle 15, sotto un cielo azzurro sparpagliato di cumuli bianchi torreggianti. Era caldo, tanto da restare in maglietta. I tronchi grigi dei pini, illuminati dal sole, sembravano scolorire in una illusione di foschia. Mi sono nascosto sotto un cumulo di rami caduti, scrutando i rami alti da dietro i ciuffi densi di aghi scuri. Dopo poco, il bosco si era dimenticato di me.
Cantavano un verdone, un fringuello, un paio di picchi muratori, un rampichino e due luì piccoli. Lontano, dal bosco oltre la pineta, verso valle, si ripeteva ad intervalli la risata del picchio verde. Più vicino, poco insistente, il richiamo di un picchio rosso maggiore. Per un attimo sento il canto impaziente del luì bianco, il primo dell'anno, e poi il lamento del ciuffolotto dall'alto di un pino. Un chiacchericcio di codibugnolo esce dai ginepri.
Al richiamo di un astore mi si rizzano i peli del collo; guardo frenetico attraverso i varchi della chioma, ma l'aspro ripetersi di schiocchi sembra provenire da rami sempre deserti, come se il rapace fosse invisibile. Dopo un po' è di nuovo silenzio.
Un sibilo sommesso annuncia un fiorrancino, che poi si mette a cantare, proprio sopra di me, ignaro della mia presenza. Provo ad attirarlo, sibilando a mia volta, inutilmente. Si avvicina un altro piccolo uccello, lo vedo con la coda dell'occhio, ma sparisce dietro di me, per richiamarlo insisto nel pishing, alzando il tono. Un'ombra attraversa il cielo, e l'astore, un maschio barratissimo, si posa su un albero di fronte. Guarda verso di me senza vedermi, ora le parti si sono scambiate. Se ne sta ritto come un pinguino, molto diverso dai disegni che si trovano sulle guide, la lunga coda puntata verso il basso, la testa piccola e arcigna che si volta a destra e a sinistra, cercandomi. Dopo poco, spalanca il becco e grida, a lungo, squillante e sonoro. Da qualche centinaio di metri risponde la femmina, un verso più flautato e grave, ventriloquo. Non riesco a capire da dove venga, se da valle o da monte.
Risponde anche una poiana, un lamento pigolante che poi diventa il tipico grido acuto, ripetuto e progressivamente più lontano. Senza vederla, la immagino prendere quota sopra la pineta, in lenti cerchi svogliati.
L'astore si è stancato di cercarmi, e riparte, sorvolando il mio nascondiglio. Non si è posato lontano, richiama ancora un paio di volte.
Improvvisamente la temperatura cala, e il lontano stormire delle querce spoglie annuncia il vento. Non faccio in tempo a prevederlo, che arriva rombando come una locomotiva sferragliante, flette i pini in un lamentoso ondeggiare, oscura il bosco d'ombra di cirri. Il bosco s'ammutolisce, solo un pettirosso, zitto fino ad ora, inizia a cantare.
Lascio il bosco di pini, in breve mi affaccio ai prati di san Giovanni. Il cielo è coperto di strati opalescenti, attraverso i quali un pallidissimo sole si fa strada. Tre rondini passano lente, sguazzando nel vento come pesci nel torrente. Un lontano canto di codirosso attira la mia attenzione. Sbinocolo verso il margine della pineta. Lo trovo sulla punta di una quercia, il petto arancio tremolante nell'impeto canoro, sembra una fiammella appiccata alla cima dell'albero.
Sotto di lui, il margine della pineta è una nuvola bianca di fiori di perastro.
Un cuculo canta dal margine del bosco verso Remolà; di là dal torrente, nella parte bassa delle Prebende, pascolano 5 daine.
Cantano un pettirosso, una cinciarella, un merlo, una tordela ed una tottavilla lontana.
Mi incammino verso Costa dei Rossi. Appena fuori dalla sbarra, trovo le prime orchidee dell'anno, cinque fusti di Ophrys sphegodes, verdi e turgide tra i fili d'erba ancora secchi.
Poco oltre, sopra il bosco appena tagliato, passa rapido e silenzioso, appena sopra la punta delle matricine, un enorme biancone, l'aquila dei serpenti.
Ed infine, prima di arrivare alla Costa dei Rossi, spavento un capriolo al margine di una piccola radura. Si allontana sgroppando, poi si ferma a guardarmi curioso dal margine degli alberi. Abbasso il binocolo e resta fermo. Mi inginocchio, e non fugge. Appoggio il treppiede con il tele davanti a me, e mi guarda. Lo inquadro e non si muove. Metto a fuoco e si dilegua, senza lasciarmi scattare.


Ofride verde-bruna Ophrys sphegodes Early spider-orchid

English text coming soon or later. Sorry for the delay.

venerdì 10 aprile 2009

Un picnic / A picnic


Ciliegi Prunus avium Cherry trees

Un bel sole caldo ha fatto venire voglia a mia figlia di fare un picnic, e viste le previsioni funeste per il week end, non ci è sembrato il caso di rimandare al più tradizionale lunedì di Pasqua. Eravamo a Costa dei Rossi alle 11, ci siamo fermati un attimo a guardare con il cannocchiale i prati di la da Rizzone. Nel prato dove ho visto più volte i caprioli c'era una daina solitaria, intenta a brucare tranquilla. Qualche rondine volava poco sopra le nostre teste, nel loro quieto tragittto verso settentrione.
Abbiamo proseguito fino a Cà Segale, circondata di candidi ciliegi fioriti, dove ci siamo messi sul tronco sdraiato che guarda verso Case Ghirardi. Il prato era ancora addormentato, senza fili d'erba nuova. Solo i fiori gialli e le foglie scure ed opache della potentilla facevano capolino da sotto le foglie secche.
Nel gruppetto di querce cantava un codirosso; due cinciarelle si muovevano tra i rami, poi, guardinga, una è entrata nel nido artificiale. Improvvisamente da dietro le voci dei bambini è sorto un sommesso ma incessante up up up. Il canto di un upupa. A fatica ho fatto tacere Luca, e il canto è improvvisamente sembrato più vicino, e proveniente dalla parte opposta, dalle querce grandi. Ma quando mi sono avvicinato, si è interrotto, rivelandone un secondo, più lontano.
Per un istante ha gridato una poiana, poi erano solo le tottaville, almeno due, a cantare senza sosta. Sbinocolando, ho sorpreso due caprioli attraversare le Prebende.
Lontano, verso il santa Donna, il cielo era nero, e lo stesso verso il Taro. C'è voluto poco e le nuvole si sono chiuse sopra di noi. Prima un sommesso brontolio lontano ha annunciato il temporale, poi tuoni e fulmini. Ci siamo rifugiati tutti e cinque in macchina, appena prima che la pioggia, e poi la grandine, salutasse la nostra partenza.

A nice hot sun made my daughter to want to make a picnic, and given the disastrous predictions for the weekend, it seemed appropriate to defer from the traditional outdoor Easter Monday.
We were in Costa dei Rossi at 11 AM, we stopped a moment to look with the scope toward the meadows beyond the Rizzone creek. Where I have seen many times the roe deers there was a solitary female fallow deer, foraging quietly. A few swallows flew over our heads, on their calm journey towards the north.
We continued to Cà Segalè, now surrounded by white flowered cherries tree, where we accommodated on the lying trunk looking towards Case Ghirardi. The meadow was still asleep, there was no new blade of grass.
Only the yellow flowers and dark and dull leaves of cinquefoils were heading out from under the fallen dry leaves. In the group of oaks sang a common redstart, while two blue tits were moving between across the branches, then, cautious, one entered into a nestbox . Suddenly from behind the voices of children came a quiet but persistent up up up. The song of a hoopoe. With difficulty I persuaded Luca to stay silent, and the song suddenly seemed more closely, and coming from the opposite side, by the large oaks. But when I went there, it stopped, revealing a second, more distant singing hoopoe.
For a moment called a buzzard, then only the woodlarks, at least two, were singing non-stop. Looking with binoculars, I found two roe deers crossing the Prebende.
Away, toward the Santa Donna, the sky was black, and the same was toward the Taro river. It took a little time to the clouds to close above us. First a low rumbling far away announced the storm, then it were thunders and lightnings.All five of us run to take refuge in the car, just before the rain, and then the hail, greeted our departure.

domenica 5 aprile 2009

Ancora lavori / More works

Anche oggi, come ieri, sono stato a Pradelle per lavori al Centro Visite. La mattina è iniziata nelle nubi basse, che si sono dissolte prima di mezzogiorno in un cielo pallido. Alle 15 la coltre di nubi si era ricompattata.
Una poiana ha gridato per tutto il pomeriggio, sempre oltre l'orizzonte di alberi, sempre invisibile. Quando il sole ha fatto capolino, e la temperatura è salita repentina, la rondine (ancora sola) ha lasciato la stalla e si è messa a cacciare insetti che vedeva solo lei, in ampi cerchi intorno alla casa.
Canti sporadici di cuculo, torcicollo, picchio muratore, storno, tordela e codirosso sono continuati per tutto il pomeriggio, mentre con Lorenzo ho piantato alcune nuove specie (spontanee dell'Appenino, ma non localmente) lungo il percorso botanico: ginestra dell'Etna, marruca, albero di Giuda, uva spina e medica arborea.

Even today, as yesterday, I was at work at Pradelle Visitors' Centre. The morning began wrapped in low clouds, which dissolved before noon in a pale sky. At 3:00 PM the blanket of clouds had thicken again.
A buzzard called throughout all of the afternoon, always just beyond the horizon of trees, always invisible. When the sun appeared, and the temperature rose abruptly, the swallow (still alone) has left the stable and went to hunt insects (that her alone was able to see) in wide circles around the house.
Sporadic songs of cuckoo, wryneck, nuthatch, starling, mistle trush and common redstart were heard throughout the afternoon, while with Lorenzo I planted some new species (spontaneous of the Appenine but not locally) along the botanic trail: Mount Etna broom, crown of thorns, Judas tree, gooseberries and tree medick.

sabato 4 aprile 2009

Piove / It's raining

Sono arrivato al Centro Visite di Pradelle alle 14.40. Dopo una mattinata di sole, nel mezzodì il cielo si è rapidamente coperto, e una pioggerellina sottile e insistente ha iniziato a cadere. Il pomeriggio era dedicato alla sistemazione di materiale nel fienile, un pomeriggio di fango e di polvere, ma al di là del muro di pietra cantavano un torcicollo, una capinera, un codirosso, un picchio muratore. C'era anche un luì che si muoveva silenziosamente tra i rami del sambuco, vicino allo stagno.
Nella stalla è arrivata una rondine, che vola indaffarata intorno al vecchio nido, e poi si posa su una tubatura in un angolo, sperando in un clima migliore. È arrivata martedì scorso, mi dice Federico, con uno stormo di dieci altre che hanno proseguito nella migrazione.
Alle 19 ho lasciato Pradelle, non prima di aver fotografato il mirabolano del Percorso Botanico in piena fioritura. Era scuro e pioveva.


Mirabolano Prunus cerasifera Cherry Plum

I arrived to the Visitors Centre in Pradelle at 2:40 PM. After a sunny morning, around noon the sky clouded quickly, and a subtle and insistent drizzle began to fall.
The afternoon was dedicated to the arrangement of material in the barn, an afternoon of mud and dust, but beyond the stone wall I heard singing a wryneck, a common redstart, a blackcap and a nuthatch. There was also a warbler who moved silently among the branches of the elder, near to the pond.
In the stable has arrived a swallow, which flies busily around the old nest, and perches on a pipe in a corner, hoping for a better weather. It arrived last Tuesday, Federico told me, with a flock of ten others that have continued their migration.
At 19 I left Pradelle, not before I had photographed the cherry plum of the botanical trail in full bloom. It was dark and it rained.

giovedì 2 aprile 2009

Primavera, finalmente! / Spring, at last!


Prugnolo Prunus spinosa Blackthorn

Alle 9.30 ero a Costa dei Rossi. Dopo una settimana intera di pioggia, il cielo era ancora colmo di nubi, e solo qualche raggio di sole fendeva la coltre, raramente, per brillare sull'erba bagnata e riflettersi sulle mille pozzanghere, sugli innumerevoli rigagnoli dell'acqua che la terra non riesce più a contenere.
Due gheppi ed una cornacchia riposavano assopiti sui fili della luce; vicino alle case cantava un codirosso comune, appena tornato dall'Africa.
Più oltre, altissima ed invisibile una allodola emetteva le sue note tremule, ultima supersite di una popolazione un tempo non lontano molto più numerosa. Un altro canto tipico dei prati la sovrastava, quello dello strillozzo, impettito su una quercia isolata.
Vicino, al margine del bosco, cantava un luì piccolo; lontano, verso il Remolà, rideva un picchio verde; lontanissimi, in un prato di là dal Rizzone, pascolavano 3 caprioli, i posteriori gonfi e bianchissimi come fari nella notte.
Nel bosco cantava un tordo bottaccio; ai margini della strada un pettirosso si muoveva tra i rami fioriti di bianco di un prugnolo.
Sui rami dei biancospini le prime foglie novelle; appena aperte sui biancospini comuni, già dispiegate, pur se ancora piccole, su quelli selvatici.
Varcata la sbarra, vengo accolto nell'Oasi dal canto di un cuculo; più lontano grida una poiana.
Lungo le siepi ai margini della strada si muovono, e cantano a tratti, cincebigie, merli, storni, rampichini, picchi muratori.
Nei prati di San Giovanni i cinghiali hanno scavato lunghi solchi nel terreno umido in cerca di vermi e larve.
Spostate da un vento inavvertibile a terra, le nubi si squarciano, lasciando varchi ampi di cielo azzurro, e si ammucchiano all'orizzonte, che diventa sempre più nero, minaccioso di temporale. Ma sull'Oasi splende il sole, ed una tottavilla si lancia nel cielo a cantare.
Scendo, rasentando il bosco, verso il Remolà. In fondo al prato il terreno è rigonfio d'acqua; nel terreno smosso di una vecchia frana i gialli fiori di farfaro iniziano il lungo lavoro di recupero che un giorno riporterà il bosco a coprire il terreno nudo.
Entro nel bosco, passando vicino ad un corniolo sfiorito; cantano il tordo bottaccio e la tordela, un gruppo di ghiandaie si insegue vociando, sguaiate e inopportune, da vere padrone del cerreto. Indifferente, una cinciarella prosegue la sua canzone.
Mi affaccio sul greto del Remolà; tra i sassi e i cespugli corrono e latrano quattro cani "randagi con padrone", sulla pista di un capriolo che inseguiranno fino alla sua morte per infarto.
Di là, sui prati dell'altra sponda, in fondo alle Prebende, pascola solitaria una daina.
Sul prato vola una cutrettola, ospite temporanea nel corso della sua lunga migrazione; poco lontano altri intrusi, 3 culbianchi che aspettano che la neve delle cime si sciolga rivelando i loro luoghi di nidificazione.
Un gheppio, un maschio, se ne sta posato su un pioppo, scrutando alla sua destra i prati e alla sinistra il greto ghiaioso.
Poco dopo lo vedo in volo, in stretti cerchi, mentre si porta al becco una zampa. Mentre ero distratto ha avuto fortuna, e si è procurato il cibo. Non vedo nulla con binocolo, deve essere ben poca cosa, un lombrico, un grillotalpa spinti fuori dai loro rifugi dall'enorme lago invisibile che affoga la terra.
Negli intricati cespugli a margine dell'ampia distesa di ciottoli, gli olivelli hanno aperto le gemme bronzee, e le foglioline grigie e ragnatelose si dispiegano al sole.
Volevo passare il Remolà e andare verso Ronco Desiderio, ma il torrente è largo abbastanza per non poterlo saltare; sbuffando per l'imprevista salita da compiere, mi dirigo verso i campi ai piedi della pineta della sbarra. Ci sono violette tra l'erba, ma non sento profumi, dilavati da tutta la pioggia caduta. Anche qui i cinghiali hanno lasciato il segno, ribaltando la cotica erbosa. Gli scarponi affondano nell'argilla, cammino con due zolle pesantissime attaccate alle suole. Un pettirosso mi guarda con aria interrogativa, inchinandosi nervoso. Poco più in la un uccellino vola via da un cespuglio a margine di una canaletta di scolo, impetuosa come un torrente, e si posa sulla cima di un salice. Inizia a cantare, è uno zigolo nero. Sudando e ansimando, arrivo sul crinale. Tra l'erba vola un macaone, al margine dei pini una podalirio.
Tre uomini caricano un camion con la legna tagliata appena fuori dai confini; un bosco piegato e impacchettato con tutto il suo carico di insetti lignicoli, cerambicidi, falene... un tempo la legna sostava per mesi nel bosco ad essicare, e gli insetti avevano tutto il tempo per cercarsi una nuova dimora. Questi chissà dove finiranno...
Gli uomini lavorano senza sosta, ignari che sopra di loro ruota in cerchi sempre più ampi, ed alti, uno sparviere; lo seguo col binocolo, fino a che non sparisce.
Sono le 14. Una femmina di astore chiama dal Rizzone, qualche centinaio di metri a valle dell'Oasi. Il cielo intanto si chiude di nuovo, plumbeo, violaceo dietro il Santa Donna . È tempo di andare...


Remolà

At 9:30 AM I was in Costa dei Rossi. After a week of rain, the sky was still full of clouds, and only some errant ray of sun cut through the blanket, every now and then, to shine out on the wet grass and reflecting on one thousand puddles, on countless runlets that the land can no longer hold.
Two kestrels and a hooded crow were resting on the power wires; near the houses sang a common redstart, having just returned from Africa.
Further down the road, high over me an invisible skylark issued his trembling notes, last survivor of a population some times ago much more numerous. Another grassland typical song overhung it, that of a corn bunting, stiff on the tip on an isolated oak.
Near the edge of the wood, a chiffchaff was singing a little Luì; away, towards the
Remolà creek, laughed a green woodpecker; much more away, in a meadow across the Rizzone, three roe deer were grazing, their backs as swollen and white as headlights in the night.
In the wood a songthrush sang; near the edge of the road a robin moved in the branches of a just flowered blackthorn. On the branches of hawthorns were the first new leaves of the wood; just opened on common hawthorns, already deployed, although still small, on midland hawthorns.
Passing through the gate, I am welcomed into the reserve by the song of the first cuckoo; farther down the valley a buzzard calls.
Along the hedges at the side of the road marsh tits, blackbirds, starlings, short toed treecreepers and nuthatch were moving and singing at times. In the meadows of San Giovanni the wild boars have dug long furrows in the wet soil looking for worms and larvae.
Pushed by a wind imperceptible on the ground, the clouds teared up, leaving lanes of wide blue sky, and crowded toward the horizon, which became increasingly black,foreshadowing a storm. But on the reserve the sun still shone, and a woodlark rocketed into the sky to sing.
I went down, walking on the margin of the forest, toward the Remolà creek. At the end of the meadow the soil was exuding water all around; on the bare ground of an old landslide yellow flowers of coltsfoot begin the long process of recovery that will one day will bring back the forest.
I got into the wood, walking by a withered cornel; a mistle trush and a songtrush sang; a group of jay play a chasing game shouting, coarse and unappropriate, to be the true masters of the oakland. Unconcerned, a blue tit continued its song.
I leaned over the gravel bed of the Remolà; running and barking through the pebbles and bushes were four "stray with master" dogs, tracking a roe deer that they will chase until his death by heart attack.
From there, on the other side of the stream, at the bottom of the Prebende meadow, were grazing alone
a fallow deer. A yellow wagtail was flying low over the grass, on a temporary stop from its long migration; not far off were other intruders, three Northern Wheatear are waiting for the snow to
melt from the mountains top freeing their nesting places.
A kestrel, a male, was perching on a black poplar, looking on its right to the meadows and on its left to the gravel bed. Shortly after, I saw it flying in tight circles, easting from its paw. While I was distracted it has been lucky, and has procured food. I saw nothing through the binoculars, it should have been a very small thing, a worm or a mole-cricket pushed out of its shelter by an invisible lake that drowns the earth.
In the intricate bushes at the margins of the broad expanse of pebbles, the sea-buckthorns have opened the bronze buds, and spread gray and webbed leaves to the sun.
I wanted to cross the Remolà to go to Ronco Desiderio, but the stream was too wide to jump over it, puffing fior the unexpected climb to do, I headed to the fields at the foot of the pine plantation near the reserve gate.
There are sweet violets among the grass, but I did not feel scents, all washed away by the rain fall of previous days. There, the wild boar made their mark, overturning the grass. My boots sank in clay, I was walking with two heavy plates
attacked to the soles.
A robin looks at me puzzled, bowing nervously. A little far a bird flies by a bush on the sidelines of a drainage channel, impetuous as a torrent, and came to rest on top of a tree. It began to sing, it was a cirl bunting.
Sweating and puffing, I arrived on the ridge. Among the grass was flying a common yellow swallowtail, on the edge of the pines a scarce swallowtail.
Three men were loading a truck with wood cut just outside the borders of the reserve; a forest folded and packed with all her cargo of wood insects, longhorns, moths... once, the cut wood stayed in the woods for months to dry, and the insects had more time to find a new home. Who knows where they end up, now.
The men are working tirelessly, unaware that above them a sparrow-hawk rotated in circles increasingly broad and high, I followed it through the binoculars, until it disappeared.
It was 2:00 PM. A female goshawk called from the Rizzone valley, a few hundred metre downstream from the reserve boundary.
Meanwhile, the sky closes again, leaden, and purple behind the Santa Donna pass. It was time to go...

giovedì 26 marzo 2009

Primi arrivi / First arrivals

Sono entrato nell'Oasi da Monticelli, ma prima di varcarne i confini ho fatto una breve deviazione verso la pineta di monte Rizzone. Percorrendo il viottolo tra i campi, sospeso tra la conca di Borgotaro a sinistra e l'alta valle a destra, con il Penna innevato di fresco, ascoltavo il canto di tottaville, pettirossi e del primo luì piccolo. Dai prati al mio passare si levavano le tordele, e anche un gheppio, che si è sollevato svogliato dal suo albero e con pochi battiti è andato a posarsi poco più lontano.
Solitaria, la mia prima rondine dell'anno mi è arrivata incontro, proseguendo verso nord. Poco dopo, un uccello simile, ma più grande e con il volo robusto, mi è venuto incontro, diretto nella stessa direzione. Con mia grande sorpresa, quando l'ho inquadrato, ho visto la gola e il ventre bianchi di un rondone maggiore, la prima osservazione per l'Oasi. L'ho seguito con il binocolo dirigersi verso il Santa Donna, e poi sparire nel cielo azzurro. Erano le 10.30.
La pineta era scura e silenziosa. Mi sono accucciato sotto un pino ed ho iniziato il pishing: pochi istanti e sono apparse cinciemore, cincibigie, cinciarelle e cinciallegre. Almeno tre fiorrancini cantavano da opposte direzioni, e anche pettirossi, la prima capinera di quest'anno, un rampichino e un fringuello.
Ho lasciato la pineta tornando sui miei passi, arrivando al confine dell'Oasi a Costa Rizzone, e percorrendo il confine sud fino al Rizzone. Mi sono nascosto sotto un pino caduto e ho ripetuto il pishing: mi aspettavo altre cincie, ma con stupore e divertimento ho visto una grande sagoma planare vicinissima a me e tuffarsi in un cespuglio. Ancora qualche bisbiglio, ed un bellissimo maschio di astore si è posato ad un metro da me, per poi volare via appena mi ha riconosciuto come umano.
In due salti ho passato il torrente, su cui pattinava un singolo gerride, e mi sono incamminato tra i tronchi abbattuti dei pini, faticando a raggiungere il bordo esterno della pineta. Ho udito ancora per un attimo l'astore, oltre a picchio verde, picchio rosso maggiore, pettirosso, picchio muratore ed una poiana.
Il mezzodì ed il primo pomeriggio sono passati lenti, assonnati dall'imprevisto caldo; solo una tottavilla ed un pettirosso rompevano ogni tanto il silenzio con il loro canto.
Alle 15.30 mi sono incamminato fuori dall'Oasi, verso Costa dei Rossi. Alla sbarra c'era un gruppo di una decina di regoli in caccia tra gli aghi dei ginepri, poi, al limitare tra il bosco e i prati della Costa, alcuni tordi bottacci. Silenziosi, 4 maschi di zigoli neri se ne stavano vicini su una siepe.
Sull'altro versante, nello stesso prato dove li ho visti la volta scorsa, tre caprioli pascolavano placidamente al sole.


Dente di Cane Erythronium dens-canis Dogthoot violet

I went to the Reserve from Monticelli, but before reaching the borders I took a short detour to the pine plantation of Monte Rizzone. Along the path across the fields, suspended between the basin of Borgotaro at the left and the upper Taro valley to the right, with the Mt.Penna covered by fresh snow, I listened to the song of one skylark, a few woodlarks, robins and the first chiffchaff. When I was passing by, from the meadows mistel trush rose, and a kestrel too, which indolently left its tree with a few wing beats and went to rest a little farther.
Lonely, my first swallow of the year fled above me, continuing toward north. Shortly afterwards, a bird of similar shape, but larger and with a robust flight, came to me, directed in the same direction. To my surprise I saw the white belly and throat of an alpine swift, the first record for the Reserve. I followed it with the binoculars flying towards the Santa Donna pass, and then disappear into the blue sky. It was 10.30 AM.
The pine plantation was dark and silent. I sat below a pine, began pishing for few seconds and appeared coal tits, marsh tits, blue tits and great tit. At least three firecrests were singing from opposite directions, and also robins, the first blackcap of the year, a short toed treecreeper and a chaffinch.
I left the pinewood coming back on my steps, reaching the Reserve boundary at Costa Rizzone, and then walked along the south border down to the Rizzone Creek. I hid under a fallen pine, and I repeated the pishing: I expected some tit, but to my amazement and fun I saw a great shape gliding close to me and into a bush. A few more whispers, and a beautiful male goshawk landed one metre from me, and then fly away as soon as I was recognized as a human.
In two jumps I passed the river, on which a single water strider was skating, and I walked among the trunks of fallen pine trees, struggling to reach the outer edge of the pinewood. I heard for a moment the goshawk, as well as the green woodpecker, great spotted woodpecker, robin, nuthatch and a buzzard.
The midday and early afternoon went slow, made sleepy by the unexpected warmth. Only a robin and a woodlark occasionally broke the silence with their songs.
At 3.30 PM I walked out the Reserve towards Costa dei Rossi. At the gate there was a group of ten goldcrests hunting across the spiky needles of junipers; much far, at the edge between the woodland and the meadows of the Costa dei Rossi, there were some song thrushes. Totally silent, four male cirl buntings were perching together on a hedge.
On the facing hill beyond the Rizzone, in the same meadow where I saw them last time, three deer were grazing placidly in the sun.

domenica 22 marzo 2009

Torna il caldo / Warmth again


Fegatella Anemone hepatica Common hepatica

In settimana le rondini sono tornate al nido nella stalla di un'amica ad Albareto.
Quindi avevo qualche speranza di vedere qualche nuovo arrivo all'Oasi quando ci sono arrivato alle 13.30. era sereno, con una lievissima foschia azzurra e una subdola brezza gelida che intirizziva le orecchie mentre il sole scaldava la schiena.
Ma la tempesta di neve di venerdì mattina scorsa, e il freddo di ieri devono aver fermato gli impeti riproduttivi degli uccelli stanziali, perché solo i pettirossi cantavano dalle siepi. Una poiana si è sollevata in cerchi sopra la pineta e poi, d'un tratto, si è tuffata ad ali chiuse verso la testata del Rizzone.
Sono entrato nel bosco presso il quercione caduto, vicino a Cà Segalè, dirigendomi verso il Remolà. Il tappeto di foglie secche era punteggiato, e traforato, da centinaia di piccole anemoni epatiche, piccoli occhi lilla aperti verso il cielo. Qua e là facevano capolino anche alcune primule e pochi ellebori verdi. Al di là degli alberi, sotto le case, c'erano tre daine.
Il sentiero ad un tratto è uscito dal bosco su un dosso pelato e cosparso di ginepri bassi e contorti. Mi sono accoccolato sotto il più grande, spine pungenti sul collo, occhi chiusi sotto il sole che ormai scottava, essendosi dissipato il vento. Ho ascolato il silenzio per un po', scrutandolo in cerca di canti e richiami, inutilmente. Credo di essermi addormentato.
Quando ho aperto gli occhi, c'erano due cornacchie e due ghiandaie intente a pascolare nella parte mediana delle Prebende. Ancora più in basso, quasi vicino alle ghiaie del torrente, cinque daine brucavano in un tratto d'erba verdissima.
Da dietro Cà Cigolara sono apparse due poiane, prendendo quota in ampi cerchi; seguendole col binocolo sono incappato in uno sparviero, ancora più alto. anche lui intento a segnalare la sua presenza con ampi volteggi, per poi dirigersi veloce e dritto in direzione di Caboara.
Erano le 16.30. Sono rimasto ancora un po' ad osservare i prati, senza trovare o udire nulla.
Alle 18.50, quando il sole è calato, ero ormai fuori dai confini, ai prati di Costa dei Rossi. C'erano due censitori dell'ATC 9, in cerca di caprioli. Mi sono unito a loro nello scandagliare i prati lontani attraverso le lenti del binocolo, mi hanno detto che ieri ne hanno visti 15.
Cantavano due pettirossi e, molto di rado, uno zigolo nero. Una decina di cornacchie si è sistemata sulle cime di un paio di roverelle, come per passare la notte. Intanto, nei prati di fronte, oltre il Rizzone, dal bosco sono finalmente usciti sei caprioli, in due gruppi di tre, a pascolare, mentre altri, invisibili, latravano dal folto degli alberi.


Caprioli Capreolus capreolus Roe deers

During the week the swallows have returned to their nest in a barn of a friend in Albareto.
So I had some hope of seeing some new arrival at the Reserve when I arrived there at 1:30 PM. It was cloudy with a slight blue haze; a subtle icy breeze chilled my ears while the sun burned the back of my neck.
But the snow storm on Friday morning and the cold of the last days must have stopped the breeding impulse of sedentary birds, because only the robins were singing from the hedges. A buzzard was raising in circles above the pine plantation and then, at once, closed the wings to dive into the head of the Rizzone valley.
I went into the wood at the fallen big oak near Cà Segalè, heading towards the Remolà creek. The carpet of dry leaves was dotted and pierced by hundreds of small common hepatica flowers, small lilac eyes open toward the sky. Here and there were also some primroses and a few green hellebore. Beyond the trees, under the houses, there were three female fallow deers.
The trail all of a sudden came out of the woods on a bare hill with a few low and twisted junipers. I nestled under the greatest, prickly spines hitting my neck, eyes closed under the burning sun, now that the wind dissipated. I listened to the silence for a while, scanning for songs and calls, to no avail. I believe that I fell asleep.
When I opened my eyes, there were two hooded crows and two jays intented on picking food in the middle of the Prebende long meadow. Farther down, almost near the gravel bed of the stream, five fallow deer were grazing in a stretch of greener grass.
From behind Cà Cigolara appeared two buzzards, rising in wide circles; following them through the binoculars I have stumbled into a sparrowhawk, even higher. It was displaying its presence with large circles, then went fast and straight towards Caboara.
It was 16.30. I stayed a little more to observe the fields, without seeing or hearing anything.
At 6.50 PM, when the sun went down, I was now outside the borders of the Reserve, at the limits of the meadows of Costa dei Rossi. There were two surveyer of ATC 9,the local hunting administration, looking for roe deer to count. I joined them in scanning the distant meadows through the binoculars; they told me that yesterday they have seen 15.
Two robins were singing as, very rarely, was doing a cirl bunting. A dozen hooded crows were perching on the tops of a pair of oak, preparing to spend the night. Meanwhile, in the meadows in the facing hill, beyond the Rizzoni stream, from the wood were finally coming out six roe deer, two groups of three, to graze, while others, invisible, were barking from the woods.

giovedì 19 marzo 2009

Pomeriggio addormentato / Sleeping afternoon


Canal Guasto e Case Sottane

Sono stato tutto il pomeriggio all'Oasi con il responsabile sociale e ambiente di Ikea Parma per lo sviluppo a livello locale di della collaborazione nazionale tra WWF e Ikea. Alle 16 siamo arrivati a Case Ghirardi, dove abbiamo lasciato l'auto per incamminarci verso il balcone di roccia sopra il Canal Guasto. Era molto caldo, ed io sudavo sotto il maglione di pile, ma quando siamo sbucati dagli alberi per affacciarci sul Canale, folate di vento da nord mi hanno intirizzito.
Non c'erano canti, ne voli di rapaci.
Tornati indietro, abbiamo vagato tra le case di pietra dei Ghirardi, che come sempre destano molta ammirazione per la perizia degli antichi costruttori e dei moderni restauratori.
Poi siamo tornati indietro fino a Borgotaro e poi su, verso Porcigatone, per vedere il Centro Visite. Nelle aiuole intorno al fienile si aprivano gialli al sole i fori di gelsomino e narcisi, e dagli alberi arrivavano sporadici il canto del picchio muratore e il verso strozzato di un verdone.
Siamo andati via quando il sole era prossimo a calare dietro il M. Penna, parlando di programmi futuri...

I have been at the Reserve for all of the afternoon with the social and environment manager of Ikea Parma for the development of the local level of a national cooperation between WWF and Ikea.
At 16 we got to Case Ghirardi, where we left the car to walk towards the natural look-out above the Canal Guasto creek. It was very hot, and I was sweating under the fleece sweater, but when emerged from the wood on the rocks overlooking the valley, gusts of north wind chilled me.
There were no bird-songs, nor flights of birds of prey.
Coming back, we wandered among the stone houses of Case Ghirardi, and as always there was lot of admiration for the skill of the ancient builders and modern restorers.
Then we returned back to Borgotaro and after that towards Porcigatone for a short visit to the Visitors' Centre. In the flower beds around the barn the yellow flowers of winter jasmine and daffodils have opened their buds; from the trees came the sporadic songs of the nuthatch and the choked call of a greenfinch.
We went away when the sun was next to fall behind the M. Penna,
talking about plans for the future...



Case Ghirardi

domenica 15 marzo 2009

Primi caldi / First warm day


Gattici di pioppo tremolo Populus tremula Aspen catkins

Ho passato il pomeriggio a Pradelle, presso il Centro Visite, piantando alcuni piccoli esemplari di piante autoctone lungo il Percorso Botanico dell'Oasi, con mia moglie e i bambini.
Il cielo era velato di nubi, ma soffiava una brezza calda dal mare e in poco tempo il cielo è tornato limpido. Appena arrivati, alle 15, due poiane roteavano insieme alte sopra il parcheggio, mentre una terza volava vicina, ma più sotto, per poi allontanarsi verso il Rizzone quando esse si sono alzate ancor di più e dirette verso nord.
Cantavano pettirossi, uno zigolo nero, due tordele, merli, cinciallegre, cinciarelle, picchi muratori e almeno due tottaville.
In fondo al prato, sui rami alti dei pioppi tremoli ondeggiavano al vento i gattici appena spuntati.

I spent the afternoon in Pradelle at the Visitors' Centre, planting some small specimens of native plants along the Reserve nature Trail with my wife and the kids.
The sky was veiled in clouds, but a warm breeze from the sea was blowing and in short time the sky was clear again. As I arrived at 3 PM, two buzzards were soaring in circles high above the parking lot, while a third flew near, but below, and then left directed to the Rizzone creek while the two flew toward north.
Many birds were singing: robins, a cirl bunting, two mistle trush, blackbirds, great tits, blue tits, nuthatches and at least two treelarks.
At the end of the meadow, high on the branches of the aspens the just bloomed catkins were swaying in the wind.

giovedì 12 marzo 2009

Tardo pomeriggio /Late afternoon


Costa dei Rossi dopo il tramonto / Costa dei Rossi after the sunset

Ho passato la mattina con un amico al sito di nidificazione del pellegrino, a pochi chilometri dall'Oasi, osservandone un tentativo di predazione ad una rondine montana, e l'accoppiamento. Sul nido, un corvo imperiale stava già covando.
In mezzo al sentiero, sotto i treppiedi dei nostri cannocchiali, una fatta di lupo.

Sono arrivato all'Oasi alle 14, quando intermittenti folate di vento hanno spinto un velo di nubi sottili a riempire il cielo, sino ad allora limpidissimo. Non si muoveva nulla, ne si sentivano canti. Solo al riparo dei pini cantavano sporadicamente due pettirossi ed un fringuello.
Ho atteso, intirizzito, il calare della sera, battendo col cannocchiale i prati di Cà Cigolara, ma nulla è uscito dal bosco.
Mi sono incamminato fuori dai confini, raggiungendo il limitare dei prati della Coasta dei Rossi, quando il sole tramontava, abbagliante, dietro la collina di Breia. Cantavano pettirosso, tordo bottaccio e zigolo muciatto. Un merlo spiccava, nero, su una siepe lontana. Su una roverella isolata in mezzo al prato, ormai in piena ombra, c'erano oltre venti zigoli neri, appollaiati per la notte, mentre sul versante opposto, a fianco della Ruina, nei campi dorati di tramonto pascolavano una decina di cesene.


I spent the morning with a friend at the nesting site of the peregrine falcon, not far from the Reserve, observing an attempt to prey on a rock martin and the mating. On the nest, a raven was brooding over.
In the middle of the path, under the tripods of our telescopes, there was the scat of a wolf.

I arrived at the Reserve at 2 PM 14, when intermittent gusts of wind had prompted a thin veil of clouds to fill the sky, until then cristal clear. Nothing was moving, nor singing. Only under the cover of the pines sang sporadically two robins and a chaffinch.
I waited, chilling, the coming of the evening, observing with the telescope the Cà Cigolara meadows, but nothing came out of the woods.
I walked away from the borders of the Reserve, reaching the edge of the meadows of Costa dei Rossi right when the sun was setting, dazzling, behind the Breia hill. A robin, a song trush and a cirl bunting were all singing. A blackbird stood out on a distant hedge. On a lone oak in the middle of the meadow, now in full shade, there were over twenty cirl buntings, perched for the night, while on the opposite side of the valley, in the fields of Ruina, tinted of golden by the sunset, were grazing ten fieldfares.

mercoledì 11 marzo 2009

Rettili / Reptiles

Sono stato al Centro Visite tutto il pomeriggio, con i gestori di vari agriturismi e bed and breakfast della valle.
C'era un fastidioso vento da nord-ovest, ma in un anfratto riparato scaldato da un sole brillante, vicino al cancello di ingresso, due lucertole muraiole si inseguivano. Vicino alla pozza superiore c'era anche una femmina di ramarro.

I've been at the Visitors Centre all the afternoon, with the owners of many farm holidays and bed and breakfast of the valley.
There was an annoying north-west wind, but in a sheltered corner heated by a brilliant sun, near the main gate, a wall lizard was chasing another. Near the uppermost pond, there was also a female green lizard.

domenica 8 marzo 2009

Cornioli in fiore / Cornel in bloom


Cornioli Cornus mas European cornel

Sono arrivato a Pradelle alle 15, il cielo velato da cirri sempre più densi, spinti da una fredda brezza da nord-ovest.
Una poiana gridava da dietro il parcheggio. Sono sceso al laghetto, che le piogge dei giorni scorsi hanno rimpinguato. Tra le erbe sul fondo si nascondeva un grosso tritone crestato.
Poco lontano i cornioli aprivano le loro corolle di zolfo ad un timido raggio di sole.
Sono stato a parlare a lungo con i ragazzi del Centro Visite. Alle 18.30, quando il sole è sparito dietro il M. Penna, c'erano 5 daini a pascolare sotto Cà Cigolara.

I arrived at Pradelle at 3 PM, the sky was veiled by increasingly dense cirrus clouds, driven by a cold breeze from the north -
west.
A buzzard was calling from behind the car park. I descended to the lerger pond, still filled by the rain of the last few days. Among the grass blades on the bottom was hiding a large Italian crested newt.
Not far, the cornels opened their sulfur corollas to a timid ray of sun.
I talked at length with the guys from the Visitors' Center. At 18:30, when the sun disappeared behind the Mt. Penna, there were 5 deer grazing below Cà Cigolara.

venerdì 6 marzo 2009

In boccio/ In bloom


Campanellino Leucojum vernum Spring Snowflake

Sono entrato nell'Oasi al Taglio alle 12.30; una ventina di storni frignavano posati sui fili, mentre dal bosco cantava una tordela. Sopra il prato cantava una tottavilla, volando in tondo.
Ai margini del Torrente Rizzone sono fioriti i primi campanellini, ma per la maggior parte i boccioli chiusi puntano verso il cielo perforando il tappeto di foglie marce. Ho risalito la sponda destra, disturbando cinciallegre e codibugnoli nel margine del bosco.
Verso le 15.30 dieci storni pascolavano nei prati di San Giovanni; dal bosco giungeva ogni tanto la risata del picchio verde. Dai pini, per pochi attimi, è giunto il verso echeggiante dell'Astore.
Alle 17.30 il sole ha fatto capolino per pochi minuti sotto la coltre densa di nubi, illuminando d'oro e bronzo il bosco del Rizzone, contro il cielo nero di temporale lontano. Poi è sparito dietro altre nubi, quelle che incappuciavano il crinale innevato di fresco. La sera è calata subitanea; nei prati sotto Ca Cigolara dal bosco sono usciti a pascolare quattro daini ed un vecchio maschio di capriolo.


I prati di San Giovanni, la costa di Ca' Cigolara e il M. Pelpi

I came into the reserve from Taglio at half past noon; twenty noisy starlings were perching on the power wires, while from the wood was singing a mistle trush. Above the meadow sang a tottavilla, flying round.
The edge of the Rizzoni creek are lined by the first spring snowflakes , most of them just closed buds pointing towards the sky piercing the carpet of rotten leaves.
I climbed up the right bank, disturbing great and long tailed tits at the edge of the wood.
At about 3:30 PM ten starlings were grazing in the meadows of San Giovanni; from the woods came occasionally the laugh of the green woodpecker. From the Austrian pines, for a few moments, came the resounding call of the Goshhawk.
At 17.30 the sun appeared for a few minutes under the thick blanket of clouds, tinting of gold and bronze the woods of Rizzone against the sky, deep violet for a distant thunderstorm. Then it disappeared behind lower clouds hooding the freshly snow-covered ridge of the Apennine.
The night fell suddenly, in the meadows under Ca Cigolara from the wood came out to graze four fallow deer and an old male roe deer.

giovedì 26 febbraio 2009

Segni di primavera / First signs of springtime

Sono arrivato a Pradelle alla 8,30, per pianificare dei miglioramenti al Percorso Natura con le ragazze ed i ragazzi della Associazione Ceral'acqua, custodi ed animatori del Centro Visite dell'Oasi.
Nonostante un venticello gelido che sbuffava giù dal passo di S. Donna, cantavano una tordela ed una tottavilla, anche se poco dopo l'intensificarsi del vento le ha fermate. Ogni tanto si udiva la risata del picchio verde. A metà mattina è passata, con un volo tremolante, una femmina di sparviero, diretta verso il Taglio.
Alle 13 ho lasciato Pradelle e sono sceso verso il bosco delle Cavanne. Nella pozza temporanea sotto le grandi querce c'era una singola ovatura di rana dalmantina, primo segno dell'imminente stagione riproduttiva.
Nelle Cavanne, silenziose e deserte, c'erano le fatte fresche di un capriolo.
Poco sopra il bivio di Cà Segalè, trovo i primi fiori dell'anno, una decina di steli di elleboro fetido.


Helleborus foetidus

I arrived at Pradelle at 8.30 AM, to plan improvements to the Nature Trail with the girls and the boys of the Ceral'acqua Association, wardens of the Visitors Centre of the Reserve.
Despite a chilling wind chill that was blowing out of the Santa Donna pass, a treelark and a mistle trush were singing, although shortly after the intensification of the wind they suddenly stopped. Every now and then we heard the laughter of the green woodpecker. In mid-morning a female sparrowhawk crossed the sky with a trembling flight, directed towards Taglio.
At 13 I left Pradelle and I descended to the Cavanna wood. In the temporary pond under the big oaks there was a single agile frog spawn clump, first sign of the imminent reproduction season.
In Cavanne, silent and deserted, there were fresh droppings of roe deer.
Just above the junction of Cà Segalè, I found the first flowers of the year, a dozen stalks of stinking hellebore.